VideoMakers.net incontra Antonio
Meazzini per conoscerlo meglio e saperne di più sul suo
lavoro.
VM:
Ci parli di te?
AM:
Mi chiamo Antonio, sono nato a Lodi nel 1979 e più o
meno da sempre ho avuto una passione per l'informatica ma è
dai tempi del liceo che ho iniziato a spostare i miei
interessi sempre di più verso la computer grafica. Ho iniziato
quindi ad imparare per passione programmi specifici o a creare
siti internet e animazioni per il web. Dopo il primo anno di
ingegneria informatica ho infatti abbandonato gli studi per
lavorare come web designer freelance a tempo pieno,
occupandomi principalmente dell'aspetto grafico. Dopo un paio
d'anni ho seguito un breve corso a Verona sulla post
produzione, che è stato sufficiente a farmi scoprire le
potenzialità di questo settore, che ho poi approfondito sempre
di più fino alla decisione di intraprendere una corso di
laurea all'estero (anche perchè in Italia facoltà di questo
genere a livello universitario non esistono).
VM:
Quando e dove è nata la tua passione per i
"visual effects"?
AM:
Direi che è stata una cosa abbastanza graduale, in
realtà anche da prima ogni tanto certi film li andavo a vedere
principalmente perchè ero attratto dagli effetti speciali. In
ogni caso mi ci sono appassionato sempre di più dopo avere
iniziato a studiare il settore, ma devo dire che quando ho
cominciato il corso di laurea ancora non sapevo esattamente in
cosa specializzarmi, fortunatamente quasi tutte le facoltà di
visual effects hanno i primi 2 anni in comune. Più imparavo e
più mi appassionavo al compositing, che ho scelto quindi come
specializzazione (altre facoltà erano ad esempio modellazione
3d, animazione ecc..).
VM:
Come mai hai deciso di andare a studiare a San
Francisco? È stata una scelta facile o hai incontrato
difficoltà?
AM:
L'Academy of Art University è una delle migliori
università nel mondo per quanto riguarda questo tipo di corso
di studi, tutti i miei istruttori provenivano dall'Industrial
Light & Magic (l'azienda di George Lucas) e per le facoltà
di 3d c'erano anche istruttori provenienti dalla Pixar. Da qui
la scelta di San Francisco, per quanto riguarda la decisione
devo ammettere che non è stato facile fare i bagagli e mollare
tutto, però poi di difficoltà non ne ho incontrate: in america
è tutto più facile e le cose funzionano bene. Era quindi più
l'idea in sé di partire a spaventarmi un po’, il fatto poi di
metterla in pratica è stato più facile del previsto. In
effetti sono venuto qui per seguire corsi di un solo semestre,
poi mi sono fermato per la laurea breve, poi per quella lunga,
e ora lavoro qui!
VM:
Ci spiegheresti come è stata la tua vita
studentesca (materie, orari, attività, ...)? E soprattutto
quali sono ora le tue "specialità"?
AM:
Il periodo del corso di studi all'Academy è e
probabilmente sarà sempre il miglior ricordo della mia vita.
Per quanto riguarda le materie, per i primi tempi si studia
principalmente arte tradizionale, disegno, storyboarding,
scultura. Ma poi si passa a lavorare soltanto al computer. La
specialità che ho scelto è il compositing, che in parole
semplici è il fatto di mettere insieme diversi elementi
(computer grafica, reali o entrambi) fino a far sembrare la
scena del film fotorealistica. Alcuni esempi possono essere il
fatto di estrarre un attore (o altri elementi) da sfondo verde
riuscendo a mantenerne più dettagli possibili e compositarlo
in un ambiente 3d o matte painting, oppure un personaggio 3d
in ambiente reale ecc... aggiungendo inoltre spesso anche
decine di altri elementi quali esplosioni, fumo o altri
effetti a seconda della scena su cui si lavora. Comunque ho
seguito anche corsi di matte painting di cui sono molto
appassionato, cioè la ricostruzione di sfondi digitali ed
estensioni digitali dei set. La scuola comunque offre
un'istruzione completa per tutti dipartimenti di effetti
speciali e non soltanto la specializzazione scelta, quindi ho
imparato anche molto sull'animazione 3d, modellazione,
lighting, rendering ecc...
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I corsi sono
estremamente pratici: addirittura facevamo regolarmente i
dailies, che consistono nel proiettare i progressi di ognuno
in classe, dove tutti insieme si discute cosa funziona o cosa
può essere migliorato, il che è esattamente quello che succede
poi nel mondo del lavoro. La scuola poi dispone di
apparecchiature molto avanzate, avevamo anche un grande "green
screen studio" a disposizione per girare i nostri video su
sfondo verde per i progetti scolastici, in cui ci si riusciva
anche a divertire. Inoltre ho conosciuto una quantità enorme
di artisti di grande talento da ogni parte del mondo, e alcuni
di quelli che erano miei compagni di corso sono adesso miei
colleghi.
VM:
Sul tuo sito (http://www.antoniofx.com/) possiamo ammirare
2 demo reel con i tuoi lavori universitari e c'è da dire che
la qualità dei lavori è davvero molto buona. Questi reel ti
hanno aiutato ad entrare nel mondo del
lavoro?
AM:
Assolutamente si, soprattutto il più recente: nel
campo degli effetti speciali (che sia animazione,
modellazione, compositing o altro), il demo reel è
indispensabile e vale quanto (se non più) del curriculum. Il
demo serve a mostrare i migliori lavori ed è spesso
accompagnato da una copia cartacea che spiega esattamente cosa
e come si è fatto ogni shot. Durante il mio senior year
(l'ultimo anno di studi) ho avuto anche modo di collaborare ad
un paio di film indipendenti che mi hanno dato modo di
aggiungere 2 o 3 shot nell'ultimo demo.
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VM:
Sappiamo che hai lavorato circa 4 mesi in "The
Orphanage" sul film "Iron Man" di prossima uscita. Come è
avvenuto il passaggio in "Dreamworks"? Sapresti dirci quali
potenzialità cercano in una persona (creatività, tecnica,
conoscenza, velocità)?
AM:
Iron Man è stato un bel progetto su cui lavorare
anche se piuttosto stressante, il ruolo che avevo era quello
di "matchmove artist" cioè ricostruivo i movimenti delle
cineprese 3d per farli combaciare con quelli reali (per
l'integrazione di elementi 3d in scene reali in cui la
cinepresa si muove) e animavo modelli 3d per farli coincidere
con quello che si muoveva nel girato reale (una tecnica
chiamata "matchimation"). Dreamworks mi ha contattato mentre
ero a The Orphanage, inizialmente volevo restare su Iron Man
ma dopo un paio di mesi si è liberata un'altra posizione ed a
quel punto ho preso l'offerta. In generale questo tipo di
aziende vuole vedere che una persona sia principalmente brava
in quello che fa, se ad esempio vuoi fare il modellatore 3d,
anche se nel demo non hai animazioni o quelle che hai non sono
eccellenti, quello che viene considerato sono i tuoi modelli
3d. Sicuramente conta comunque molto la creatività, la
velocità e anche il fatto di riuscire a lavorare bene in un
team o sotto pressione.
VM:
Ci spieghi su quali progetti stai lavorando in
Dreamworks e che tipo di attività stai svolgendo? Viene data
visibilità sull'intero workflow lavorativo o ognuno fa il
proprio lavoro in modo indipendente?
AM:
Attualmente sono a tempo pieno su Kung Fu Panda (
www.kungfupanda.com ) e ci restero' fino alla sua uiscita, il
6 giugno. In preproduzione c'e' Shrek 4 che uscira' soltanto
nel 2010, e in produzione c'e' anche Madagascar 2 ma non ci
sto lavorando personalmente al momento. Infatti il mio
dipartimento e' l'ultimissimo a toccare il film, quello che
facciamo e' applicare effetti digitali in 2d oppure sistemare
ombre, colori o difetti una volta che la sequenza 3d e' finita
e renderizzata. Nei crediti risulto come "paint fix artist".
Il fatto di essere gli ultimi a mettere mano sul film ha come
svantaggio che piu' si avvicina la data di uscita piu' il
lavoro e le ore piccole aumentano.
In risposta
alla seconda domanda posso dire che si partecipa totalmente
sull'intero workflow, tutto il processo di creazione del film
e' un'enorme collaborazione. Ognuno ha accesso al lavoro di
tutti gli altri tramite rete interna: dal mio computer posso
aprire anche gli storyboard, i modelli 3d, le superfici ecc...
di ogni film in produzione sia nella sede di Redwood City
(dove lavoro) che in quella di Glendale. C'e' una enorme
collaborazione anche tra le due sedi infatti: ad esempio gli
shot su cui lavoro vengono approvati dai supervisori degli
uffici a Glendale (ogni sequenza viene proiettata, discussa e
approvata durante i nostri meeting in videoconferenza tra il
mio dipartimento e i supervisori della sede di
Glendale).
VM:
Quali sono i software che utilizzi per questi
lavori? Sono gli stessi che hai usato durante gli
studi?
AM:
Alcuni software sono quelli commerciali e quindi gli
stessi che ho studiato a scuola (ad esempio su Iron Man usavo
principalmente Maya con plug-in proprietari, Matchmover e
Boujou). Nelle grandi aziende però si lavora
spessissimo su software proprietari, cioè creati all'interno
dell'azienda stessa. Ad esempio uno dei programmi di
animazione principali della Pixar è Marionette, software
sviluppato internamente dal loro dipartimento di
programmazione. In Dreamworks per l'animazione si usa Emo
(abbreviativo di emotions) insieme a molti altri software
proprietari specifici per il compositing, lighting o altro.
Questi però non sono estremamente diversi da quelli
commerciali, l'importante è saper fare il proprio lavoro: se
ad esempio sei un bravo compositor, passare da Shake ad un
altro software basato su nodi non sarà difficile, oppure se
sei un bravo animatore in Maya lo sarai anche usando Emo o
altri software, l'importante è conoscere bene l'arte della
propria specializzazione.
VM:
A volte si legge che in questi colossi
americani, proprio come la Dreamworks, si lavora tantissimo,
ma il modo di lavorare è molto "particolare" (ginnastica
improvvisata, tornei sportivi nei corridoi, gare di
creatività, ...). È vero o sono leggende metropolitane?
Raccontaci come è lavorare in
Dreamworks?
AM:
Non sono affatto leggende metropolitane, anzi! Il
primo giorno in Dreamworks ero sconvolto nel vedere ciò che si
ha a disposizione: abbiamo una palestra enorme e super
tecnologica, una piscina, la sauna, l'idromassaggio, un campo
da baseball, da calcio, da basket e da beach volley. Tavoli da
ping pong, biliardino, sale con tv al plasma e divani su cui
si può giocare videogiochi (xbox e wii). Spesso organizzano
tornei di poker o altro, nei corridoi vedo gente che gioca a
freccette. Abbiamo anche una grandissima mensa (con colazione
e pranzo serviti gratuitamente) che offre una grande varietà
di cibo. Per non parlare di statue di Shrek e personaggi di
Madagascar ovunque, poster vari e vecchi storyboard appesi ai
muri. Ogni ufficio è pieno di pupazzi, poster, modellini ecc..
All'interno della Dreamworks ci sono inoltre diversi servizi,
tra cui addirittura un ufficio postale.
VM:
Cosa consiglieresti ai giovani che intendono
entrare nel mondo degli effetti visuali? Pensi che la strada
che hai scelto sia l'unica percorribile o c'è possibilità
anche per chi non può trasferirsi
all'estero?
AM:
Io dico sempre di seguire il proprio cuore e fare
quello che piace, il mio consiglio è quello quindi di
rincorrere sempre i propri sogni qualunque difficoltà ciò
comporti. Purtroppo l'Italia in questo settore non offre
grandi opportunità: il lavoro si trova anche li ma in termini
di guadagno, organizzazione e qualità dei progetti su cui
lavorare la situazione è purtroppo abbastanza disastrosa. Uno
dei motivi è anche il fatto che i produttori italiani non
investono molto negli effetti visivi per i film che producono
e quei pochi che lo fanno mandano i lavori spesso a Londra. Se
si vuole intraprendere una carriera di questo tipo ad un
livello decente purtroppo è necessario andare all'estero,
tuttavia c'è da dire che non esiste solo l'America: altri
posti come il Canada, Australia o Nuova Zelanda si stanno
sviluppando molto nei visual effects. Per noi italiani
un'ottima soluzione è Londra: non ci sono problemi di visto e
le aziende londinesi sono davvero buone e lavorano spessissimo
a produzioni di Hollywood.
VM:
Pensi mai di tornare in Italia a
lavorare?
AM:
In Italia penso di poter dire con certezza che non ci
lavorerò mai per i motivi appena descritti. Ho comunque in
programma di ritornare in Europa e lavorare a Londra: come
dicevo Londra offre grandi opportunità e la qualità dei lavori
è come in California. Per farti un esempio è li che sono stati
realizzati gli effetti speciali del film di imminente uscita
10.000 BC, oppure tutti gli Harry Potter, molti degli effetti
di The Golden Compass, Hellboy 2, Cloverfield, Narnia 2 e una
marea di altre produzioni. Per il momento l'idea è quindi
quella di avvicinarmi presto all'Italia lavorando a
Londra.
VM:
Conoscevi già
Videomakers.net?
AM:
Purtroppo no ma ora che lo conosco inizierò a
frequentarlo :)
VM:
Cosa ne pensi delle community su
Internet?
AM:
Ho sempre fatto uso delle community su internet fin
dai tempi di quando ero web designer. Penso che siano
estremamente utili soprattutto per lo scambio di informazioni
tra gente del settore e per tenersi aggiornati, anche ora
partecipo regolarmente a diversi forum.
VM:
Ti aspettiamo ancora su VideoMakers.net, magari
facendoci conoscere le evoluzioni del tuo lavoro sul nostro
forum al quale ti invitiamo a registrarti
:)
AM:
Certamente! alla prossima e grazie per
l'intervista. |